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MUSICA ITALIANA - Aprende italiano / español con 846

Una carezza in un pugno: Storia della canzone

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"E' una canzone che mi ha sempre affascinato. E non sono ancora riuscito a capire come si faccia a mettere una carezza nel pugno. Mi sembra un esercizio zen" (Stefano "Elio" Belisari, Elio & le Storie Tese)


Una carezza in un pugno

1968, G.Santercole - M.Del Prete - L.Beretta, Ed. Clan


Nel 1968, dopo aver portato 'Canzone' di Don Backy a Sanremo, Adriano Celentano è impegnato nelle riprese di 'Serafino' di Pietro Germi. E' un film su cui punta molto, per consolidare la sua carriera di attore. Un ruolo minore è previsto anche per Gino Santercole, figlio di sua sorella e da sempre componente del Clan: "Dove andava lui andavo anch'io; prima ancora, dove lavorava lui voleva che lavorassi anch'io, eravamo come due fratelli. Poi lui ha iniziato a fare il cantante, mentre io ero il primo chitarrista dei Ribelli. Il Clan era un po' una sorta di continuazione della nostra famiglia meridionale, che abitava in via Gluck".

Le riprese assorbono moltissimo il cantante, che sacrifica la sua attività discografica. L'uscita del 45 giri 'Una carezza in un pugno' nella primavera del '68 sembra più che altro un 'contentino' per i fans, un modo per essere sempre presente alla radio e nei negozi. Come lato B, viene scelta una canzone di Paolo Conte e Vito Pallavicini, intitolata 'Azzurro'. Due brani la cui costruzione conferma il crescente distacco stilistico sia dal Celentano 'molleggiato' che dai gusti giovanili del tempo. Entrambi sono caratterizzati da un'orchestrazione sontuosa (arrangiamento di Nando De Luca), cui fa da contrappunto un cantato trascinato, quasi svogliato - dovuto anche, rivela il fonico Piero Bravin, a un lieve raffreddore e al desiderio di sbrigare la pratica in fretta (l'incisione richiese poche ore. Un'eresia, per i produttori odierni…)

'Una carezza in un pugno' è una ballata lenta stile western, che per certi versi fa venire in mente l'analogo percorso dell'idolo di gioventù Elvis Presley, anche lui cresciuto e meno incline a scuotere il bacino… La musica è proprio di Santercole, mentre le parole sono di Luciano Beretta. Come fa notare il critico del Corriere della Sera Mario Luzzatto Fegiz, il testo è "la sintesi del sentimento: a mezzanotte la certezza, a mezzanotte e tre il dubbio". Impagabilmente celentanesca, poi, la scelta del linguaggio, con piccole imperfezioni inaccettabili in un altro cantante ("Non vorrei che tu stai pensando"). Spiega Santercole: "Beretta veniva a casa mia, io gli facevo sentire le mie canzoni; certo io collaboravo ai testi delle canzoni, ma il vero poeta del Clan era lui. Grande poeta, grandissimo paroliere, ha avuto dei riconoscimenti a Milano, che forse neanche il Clan gli ha dato. E secondo me, qui Adriano è un peccato che non lo abbia preso e valorizzato al pari di altri, per esempio Miki Del Prete… (…) Lui è stata una persona molto importante nel Clan, tutti suoi sono i migliori pezzi che abbiamo fatto". (dal sito www.bondietti.ch/celentano-ilcelebre/default.htm).

Due settimane dopo l'uscita del 45 giri, succede qualcosa di imprevedibile: dopo un paio di passaggi radiofonici di 'Azzurro', i negozianti - e subito dopo i discografici - si accorgono che per quanto 'Una carezza in un pugno' piaccia, la gente è sempre più conquistata dal "lato B" del disco. Lo stesso Celentano ne rimane sorpreso (salvo poi assicurare che era "tutto calcolato"). Quando, dopo due mesi di presenza in hit-parade, il disco va al n.1, le ristampe hanno sancito il cambio della guardia: sul "lato A" c'è 'Azzurro'.

In ogni caso, grazie ad 'Azzurro', 'Una carezza in un pugno' entra - ospite gradita - in milioni di case. La sua rivincita avverrà 25 anni dopo, grazie a Fiorello ("Ho venduto mezzo milione di dischi con le copie delle sue canzoni. Adriano è un classico"). Durante la trasmissione "Karaoke" (1993), il giovane showman, all'epoca caratterizzato dalla coda di cavallo, ripropone più volte la sua versione di 'Azzurro' e 'Una carezza in un pugno'. Tra le due, poi incluse nell'album "Karaoke compilation", è quest'ultima a ottenere più consensi: viene scoperta da una nuova generazione, e riscoperta da quelle precedenti.


Autori e interpreti

Gli interpreti

Adriano Celentano

Nato a Milano il 6 gennaio 1938. Compie i primi passi nel mondo dello spettacolo imitando Jerry Lewis. Esordisce come cantante nel 1957 accompagnato Rock boys al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Tra i brani più famosi: Ventiquattromila baci (presentato a Sanremo nel 1961), Il tuo bacio è come un rock, Pregherò, Il ragazzo della Via Gluck, Chi non lavora non fa l'amore (cantata con Claudia Mori e vincitrice del Festival di Sanremo del 1970), Svalutation.
Nel 1961 fonda il Clan Celentano e nel 1962 il Clan debutta con Stai lontana da me. Adriano Celentano è inoltre protagonista di pellicole di successo come Serafino, Rugantino, Geppo il folle, Yuppi du . A partire da "Fantastico" (1987) diviene uno dei più seguiti e discussi conduttori televisivi d'Italia, come hanno dimostrato i recenti "Francamente me ne infischio" (2000) e ultimo lo spettacolo "125 milioni di caz..te" che lo vede anche in veste di regista.


Gli autori

Luciano Beretta e Miki Del Prete, collaboratori del cantante fin dal 1959. Lo scomparso Beretta, ex ballerino, era considerato il "poeta" del Clan, del quale è stato il paroliere principale sino ai primi anni '70; con Ricky Gianco scrisse tra l'altro 'Pugni chiusi', interpretata da Demetrio Stratos, cantante dei Ribelli (un gruppo nell'orbita del Clan). Più controversa, secondo molti, la figura di Del Prete: amico inseparabile del cantante, ne seguì i primi passi e ne diventò consulente e portavoce. Da più parti si sostiene che Del Prete figuri come autore (anche delle trasmissioni di Celentano, compresa '125 milioni di ca**ate', del 2001) come forma di compenso per la sua attività di "luogotenente" e consigliere dell'amico. Il trio Celentano-Beretta-Del Prete ha firmato tra l'altro 'Chi non lavora non fa l'amore', 'Mondo in Mi 7' (con Mogol), 'Storia d'amore', 'Sotto le lenzuola' e 'Viola'. Beretta e Del Prete sono anche coautori di 'Una carezza in un pugno' con Gino Santercole e (insieme a un'altra coppia collaudata, Pace-Panzeri), di 'Nessuno mi può giudicare', brano originariamente pensato per Celentano e poi inciso da Caterina Caselli.

Gino Santercole, nato nel 1940, è figlio della sorella di Adriano Celentano (che è quindi suo zio, pur avendo solo 2 anni più di lui). Quando Adriano comincia a cantare, lui comincia a suonare la chitarra, e si ritrova nei Ribelli, che abbandona nel 1966 per partecipare a Sanremo insieme a Ico Cerutti a Pilade (nella fallimentare versione del 'Ragazzo della via Gluck' da loro eseguita col nome Trio Clan). Comincia a scrivere canzoni (su tutte, 'Una carezza in un pugno') e alla fine degli anni '60 comincia anche a fare l'attore; tuttavia nel 1973 i suoi rapporti con Celentano cominciano a guastarsi a causa della fine del matrimonio con Anna Moroni (sorella di Claudia Mori). Anche se si toglie qualche soddisfazione come autore scrivendo per Celentano i brani dell'album 'Svalutation', la sua principale attività a partire dagli anni '80 è quella di ristoratore a Roma.


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