Letra y Traducción en español de Canciones Italianas · Italian songs lyrics with spanish translation · Testi di canzoni italiane con traduzione in spagnolo

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Adoro escuchar y traducir canciones italianas, y gracias a que soy bilingüe puedo hacerlo personalmente, sin traductores automáticos y manteniéndome fiel al significado original del texto italiano. He creado este blog para poder compartir esta música tan maravillosa con todos vosotros... ¡Sed bienvenidos!
* "Kara Hidden" no es mi nombre real, sólo es un seudónimo.

Amo ascoltare e tradurre delle canzoni italiane, e dato che sono bilingue, posso farlo personalmente, senza traduttori automatici e rimanendo fedele al significato originale del testo italiano. Ho creato questo blog per poter condividere questa musica così meravigliosa con tutti voi... Siate benvenuti!
* "Kara Hidden" non è il mio vero nome, ma soltanto uno pseudonimo.

I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
* "Kara Hidden" is not my real name, but only a pseudonym.

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MUSICA ITALIANA - Aprende italiano / español con 846

Mondo in MI 7a: Storia della canzone

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"Io dovevo fare proprio il musicista, a me mi hanno rovinato. Ero proprio un cantautore vero, anzi impegnato. Andai al clan di Celentano che avevo 14 o 15 anni. Ma lui non lo vidi, perché andai di sabato e domenica, che era chiuso. E non avevo i soldi per tornare. Sono stato per due giorni con la chitarra sotto al clan di Celentano. Sapevo 'Mondo in mi settima' a memoria, che lui l'altra sera l'ha fatta in televisione e s'è dimenticato le parole; ho controllato, le ha sbagliate proprio! Ha sbagliato due volte. Ho controllato, era il mio cavallo di battaglia. Si è dimenticato 'si divorano i romanzi come i dizionari'" (Roberto Benigni)

"Ero alla trasmissione di Celentano, ospite insieme a Giorgia: già la cosa mi metteva angoscia, perché lei ha una voce straordinaria, e lui è... lui. Durante le prove Celentano ci dice: stasera ho pensato di fare insieme 'Mondo in mi 7' con un po' di improvvisazione jazz nel finale. Io non ho assolutamente idea di cosa intenda dire, ma sono troppo intimidita per chiedere spiegazioni. Alla fine durante il programma facciamo il pezzo, e lui e Giorgia trovano modo di duettare con dei vocalizzi. Io invece non so proprio come fare per inserirmi senza fare danni mentre cantiamo in diretta. Allora mi metto a fare un'unica nota prolungata: aaaaAAA... Sembravo il ferryboat che collega Messina a Reggio Calabria" (Carmen Consoli)


Mondo in MI 7a

1966, L.Beretta - M.Del Prete - Mogol - A.Celentano - M.Detto, Ed. Clan/Curci


Nel 1966 il mondo della musica attraversa un cambiamento rapidissimo. In sintonia con le inquietudini giovanili e i segnali di mutamento sociale e culturale, Beatles e Rolling Stones si sono trasformati da semplici intrattenitori di giovani in punti di riferimento di chi si sente inquieto e insoddisfatto (autentico spartiacque in proposito è "(I can't get no) Satisfaction" dei Rolling Stones). Grande influenza ha poi l'opera di Bob Dylan, che esprime il suo punto di vista sul mondo accompagnandosi con una semplice chitarra.

In tale frangente Celentano, che aveva abbracciato entusiasta l'ondata rock'n'roll, si chiama fuori con decisione da quella beat e dai primi atteggiamenti contestatari (cosa che peraltro lo accomuna al suo idolo Elvis Presley). Ma capisce che anche per i cantanti è arrivata l'ora di trasmettere un "messaggio". Già da qualche anno lo scatenato rocker, diventato nel 1965 marito e papà, scrive brani a sfondo religioso ('Pregherò', 'Chi era lui' e 'Bambini miei', ispirati da Padre Ugolino Vagonuzzi). Nel 1966 tuttavia comincia apertamente a pontificare sulla società che lo circonda. E dopo aver portato l'ecologia a Sanremo col 'Ragazzo della via Gluck', aggiunge al suo team di autori Mogol (già traduttore di Dylan) ed elabora uno dei suoi più compiuti manifesti musical-ideologici. In 'Mondo in mi 7' appare per la prima volta l'aperta indignazione nei confronti del degrado morale dell'umanità, riscontrato nella corsa agli armamenti, la fame nel mondo a fronte del progresso che ci porta sulla luna, ipocrisia, delinquenza comune ma anche 'corruzione nello sport' e (tema inaudito all'epoca), 'un problema del sesso'. Il tutto, condito con accenni autoreferenziali esagerati - vedi la frase "Ico, perché piangi?", riferita al chitarrista Ico Cerutti, o la strofa "I giornali qualche volta esagerano sempre un po': guardate quello che scrivono su di me". A tale mondo che non funziona, Celentano contrappone il proprio mondo, specificando la missione del suo Clan: "E se noi tutti insieme in un clan ci uniremo, cambierà questo mondo".

Alla complessità del testo corrisponde una incredibile complessità musicale. In sei minuti e sette secondi, il doppio di una canzone normale, si fondono, ambiziosamente, il recitato dei "talkin' blues" rilanciati da Dylan (con tanto di risata a metà). La ritmica probabilmente prende a prestito qualcosa da 'These boots are made for walking', successo stagionale di Nancy Sinatra. La melodia, sostanzialmente non esiste: le rime sono pochissime, e l'intero brano si basa su un unico accordo - quello citato nel titolo, un accordo tecnicamente considerato "di sospensione", che enfatizza la sensazione di ansia e precarietà della vita moderna. Dario Salvatori, nel 'Dizionario della Canzone italiana', accenna a una registrazione del pezzo "lunga e faticosa, quasi un record per un singolo dell'epoca, dovuta alla scelta di un solo accordo come guida: cosa che costringeva il direttore di sala Berlinghini a una meticolosa ricerca del sound e ad estrose tecniche volute espressamente da Celentano". Si noti che l'espediente di basare una canzone su una sola nota ritornerà altre volte - ad esempio in 'Tre passi avanti' e 'Prisencolinensinainciusol'.

Ancora prima di arrivare nei negozi, il disco è circondato da una notevole attesa, grazie al clamoroso successo del 'Ragazzo della via Gluck'. Fa registrare un numero di prenotazioni elevatissimo, ma probabilmente si rivela ostico al grande pubblico (del resto, è tutto fuorché canticchiabile). Sicché, manca il n.1 in hit-parade per un soffio e trova difficoltà promozionali: la Rai ostacola la terza edizione dello show "Adriano Clan", che verrà rimandata e poi definitivamente cancellata, e persino la partecipazione di Celentano alla prima puntata del quiz di Mike Bongiorno "Giochi in famiglia" viene bloccata. Motivazione ufficiale: il contenuto troppo polemico del brano 'Mondo in mi 7'. Ma è inutile dire che negli anni successivi tale parziale insuccesso non ha indotto Celentano a rinunciare ai sermoni cantati…


Gli interpreti

Adriano Celentano

Nato a Milano il 6 gennaio 1938. Compie i primi passi nel mondo dello spettacolo imitando Jerry Lewis. Esordisce come cantante nel 1957 accompagnato Rock boys al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Tra i brani più famosi: Ventiquattromila baci (presentato a Sanremo nel 1961), Il tuo bacio è come un rock, Pregherò, Il ragazzo della Via Gluck, Chi non lavora non fa l'amore (cantata con Claudia Mori e vincitrice del Festival di Sanremo del 1970), Svalutation.
Nel 1961 fonda il Clan Celentano e nel 1962 il Clan debutta con Stai lontana da me. Adriano Celentano è inoltre protagonista di pellicole di successo come Serafino, Rugantino, Geppo il folle, Yuppi du . A partire da "Fantastico" (1987) diviene uno dei più seguiti e discussi conduttori televisivi d'Italia, come hanno dimostrato i recenti "Francamente me ne infischio" (2000) e ultimo lo spettacolo "125 milioni di caz..te" che lo vede anche in veste di regista.


Gli autori

Adriano Celentano

Luciano Beretta e Miki Del Prete, collaboratori del cantante fin dal 1959. Lo scomparso Beretta, ex ballerino, era considerato il "poeta" del Clan, del quale è stato il paroliere principale sino ai primi anni '70; con Ricky Gianco scrisse tra l'altro 'Pugni chiusi', interpretata da Demetrio Stratos, cantante dei Ribelli (un gruppo nell'orbita del Clan). Più controversa, secondo molti, la figura di Del Prete: amico inseparabile del cantante, ne seguì i primi passi e ne diventò consulente e portavoce. Da più parti si sostiene che Del Prete figuri come autore (anche delle trasmissioni di Celentano, compresa '125 milioni di ca**ate', del 2001) come forma di compenso per la sua attività di "luogotenente" e consigliere dell'amico. Il trio Celentano-Beretta-Del Prete ha firmato tra l'altro 'Chi non lavora non fa l'amore', 'Mondo in Mi 7' (con Mogol), 'Storia d'amore', 'Sotto le lenzuola' e 'Viola'. Beretta e Del Prete sono anche coautori di 'Una carezza in un pugno' con Gino Santercole e (insieme a un'altra coppia collaudata, Pace-Panzeri), di 'Nessuno mi può giudicare', brano originariamente pensato per Celentano e poi inciso da Caterina Caselli.

Detto Mariano: Mariano Detto incontra Adriano Celentano durante il servizio militare, nel 1960. In seguito diventa pianista nei Ribelli, nei quali militano Gianni Dall'Aglio e il chitarrista Gino Santercole. Nel 1962, Celentano fonda il Clan: ne fanno parte, tra gli altri, Ricky Gianco, Guidone, Don Backy, Micky del Prete. Come arrangiatore Celentano ingaggia il M° Ceragioli, al quale, a partire da 'Sei rimasta sola' subentra Detto (il cui pseudonimo inverte nome e cognome). Fino all'inizio del 1968 tutti gli arrangiamenti dei brani del 'Molleggiato' sono di Mariano, ma nel 1968 la furibonda lite tra il divo milanese e Don Backy travolge anche lui: Celentano lo ripudia per non aver rotto i ponti con l'ex luogotenente. Nel 1972 tuttavia la collaborazione e l'amicizia riprendono. Nel frattempo Mariano ha stretto un sodalizio con i Camaleonti e si è avvicinato al cinema; negli anni successivi si dedicherà sempre di più a colonne sonore per cinema e televisione - incluse diverse sigle di cartoni animati.

Giulio Rapetti, in arte Mogol, è il "paroliere" per eccellenza della canzone italiana. Nato a Milano nel 1936, figlio di un importante discografico, comincia a scrivere testi alla fine degli anni '50. Nel 1961 vince il Festival di Sanremo con "Al di là", scritta insieme a Donida e interpretata da Betty Curtis e Luciano Tajoli. Nel quinquennio successivo, lo vince nuovamente con "Uno per tutte" (1963, cantata da Tony Renis) e "Se piangi, se ridi" (1965, Bobby Solo). Ma firma anche brani di impatto immenso quali "Stessa spiaggia stesso mare", "Una lacrima sul viso" (il primo 45 giri a vendere un milione di copie), "Che colpa abbiamo noi", Io ho in mente te". Nel 1966 inizia la collaborazione con Lucio Battisti: fino al 1980, i due daranno vita ad un matrimonio artistico talmente fortunato da mettere quasi in secondo piano i lavori successivi. Che per Mogol sono tutt'altro che trascurabili: basti ricordare la nuova vittoria a Sanremo con "Se stiamo insieme" cantata da Riccardo Cocciante (per il quale aveva scritto "Cervo a primavera") e l'exploit di "L'emozione non ha voce", con la quale Adriano Celentano è tornato a dominare le classifiche alla fine degli anni '90.


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