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Adoro escuchar y traducir canciones italianas, y gracias a que soy bilingüe puedo hacerlo personalmente, sin traductores automáticos y manteniéndome fiel al significado original del texto italiano. He creado este blog para poder compartir esta música tan maravillosa con todos vosotros... ¡Sed bienvenidos!
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Amo ascoltare e tradurre delle canzoni italiane, e dato che sono bilingue, posso farlo personalmente, senza traduttori automatici e rimanendo fedele al significato originale del testo italiano. Ho creato questo blog per poter condividere questa musica così meravigliosa con tutti voi... Siate benvenuti!
* "Kara Hidden" non è il mio vero nome, ma soltanto uno pseudonimo.

I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
* "Kara Hidden" is not my real name, but only a pseudonym.

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Zum zum zum: Storia della canzone

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Zum zum zum

1968, A.Amurri - B.Canfora, Ed. Curci


Nonostante il concomitante "autunno caldo", Canzonissima del 1968, presentata da Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli, ebbe un successo senza precedenti.

I giornali scrissero unanimi che i 20-22 milioni di spettatori rilevati con i sistemi dell'epoca e in generale il livello dello spettacolo (creato da Antonello Falqui, Marcello Marchesi, Terzoli & Vaime) avevano cancellato il ricordo dell'edizione considerata fino ad allora inarrivabile, quella del 1959 con Delia Scala e Nino Manfredi.
Tuttavia la grande mattatrice dello show, Mina, non riuscì ad assaporare appieno il successo. Infatti, un gruppo di cantanti (alla cui guida si era posto Edoardo Vianello) contestarono alla Rai di averla scelta come conduttrice, ritenendo ingiusto che una loro collega si trovasse al di sopra della mischia, senza il pericolo e l'onta professionale dell'eliminazione dalla gara in agguato per tutti loro. "I miei colleghi non li conosco molto. E' impossibile che io diventi loro amica. Certo, ci terrei. Ma loro, non so perché, mi detestano. Durante Canzonissima accaddero cose spaventose. Si coalizzarono contro di me. Io non me la presi molto. Ma per giunta, dopo aver ottenuto quel che volevano, mi tolsero anche il saluto" , confessò in seguito la diva cremonese.

Tale spiacevole situazione provocò un certo "impasse" anche per la pubblicazione del singolo contenente la sigla della trasmissione. La casa discografica era pronta a lanciare 'Zum zum zum' nella versione di Mina, anche perché il brano era pronto da mesi. Infatti, la marcetta scritta dal Maestro Canfora su testo dell'autore televisivo Antonio Amurri era già stata presentata da Mina un anno e mezzo prima, nell'aprile 1967, nel corso della trasmissione 'Sabato sera'. In tale occasione il pezzo fu eseguito con l'accompagnamento della banda della marina militare degli Stati Uniti. La versione offerta dalla sigla di Canzonissima era ancora più grandiosa: in ossequio al testo ("mi sembra un concerto per pianoforti" o "un pezzo per tanti, ma tanti violini") vi prendevano parte 543 persone, tra le quali 70 coristi adulti, 62 del Piccolo Coro dell'Antoniano, 25 pianisti con pianoforte a coda, 100 violinisti, 30 arpisti, 70 suonatori di trombone, 50 di timpani e i 48 cantanti in gara - tra i quali Gianni Morandi, Claudio Villa, Albano, Patty Pravo, Caterina Caselli, Little Tony, Milva, Fausto Leali, Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Johnny Dorelli, Gigliola Cinquetti, Iva Zanicchi, Giorgio Gaber, Peppino Di Capri, Gino Paoli, Lucio Dalla.

Qualcuno avanzò l'ipotesi di pubblicare tale versione del brano, e non quella incisa dalla sola Mina. Ma le difficoltà - logistiche e personali - presentate da tale ambizioso progetto causarono un fatale ritardo, del quale approfittò, imprevedibilmente, Sylvie Vartan, che in quel periodo faceva la spola tra la tv italiana e quella francese. La giovane soubrette di origine bulgara, che quell'anno era stata in classifica con "Due minuti di felicità" e "Come un ragazzo", incise la propria versione della canzone, che giunse nei negozi al momento giusto e balzò ai primi posti della hit-parade. Qualche settimana dopo, uscì quella di Mina, che non si piazzò altrettanto bene, anche se sfruttò in modo egregio il "lato B" del disco, su cui era incisa la buffa "Sacundì, sacundà". Intanto, sulle ali del successo ottenuto la Vartan riuscì a raggiungere una notevole popolarità, che l'anno successivo consolidò diventando, per la prima volta, presentatrice ("Doppia coppia").

Dopo qualche puntata di Canzonissima, il regista Bruno Corbucci ottenne l'autorizzazione per girare 'La canzone che mi gira per la testa', film vagamente ispirato alla sigla, e interpretato da alcuni dei cantanti in gara: Little Tony, Orietta Berti - ma soprattutto da una schiera di comici che hanno fatto la storia del varietà italiano: Paolo Panelli, Peppino De Filippo, Enrico Montesano, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo, Enzo Cannavale - da segnalare anche la presenza di Pippo Baudo. Durante la settimana Little Tony e la Berti prendevano parte alle riprese a Cinecittà, e nel weekend registravano Canzonissima al Teatro delle Vittorie. Tale fu il successo, determinato in larga parte dalla canzone-tormentone, che nel 1969 Corbucci girò "Zum zum zum n.2", con gli stessi protagonisti.


Interpreti

Mina

Nome d'arte di Anna Maria Mazzini, nasce a Busto Arsizio, Varese, il 25 marzo 1940. Nel 1959, proprio con la canzone "Nessuno", sconvolge le platee televisive con la sua voce a la sua carica esplosiva. Nei primi anni Sessanta da urlatrice, quale era, passa ad un genere più raffinato interpretando canzoni come "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli. Fino ai primi anni Settanta è protagonista di molti varietà televisivi, ma successivamente si ritira dalla scena pubblica (la sua ultima apparizione in concerto risale al 1978) trasferendosi definitivamente a Lugano. Non interrompe però la sua carriera di interprete di grandi successi incidendo quasi ogni anno nuovi album.

Sylvie Vartan

Nata nel 1944 in Bulgaria, nel 1954 si trasferì a Parigi con la famiglia. A partire dal primo disco, 'Quand le film est triste', si affermò come giovanissima diva, e fu pronta a cavalcare il fenomeno dello "yè-yè" (versione francese di quello che in Italia fu il "beat"). Dopo il grande successo di 'La plus belle pour aller danser', nel 1965 fu protagonista del matrimonio francese del decennio, con la rockstar Johnny Halliday. Negli anni successivi riuscì a consolidare la propria fama anche all'estero, incidendo versioni in lingua straniera delle proprie canzoni (ad esempio 'Come un ragazzo', ovvero 'Comme un garcon') e facendo sfoggio della propria verve nei programmi televisivi di tutto il mondo. In Italia conobbe il suo massimo fulgore alla fine degli anni '60, grazie ai dischi ('Zum zum zum', 'Irresistibilmente') e alle conduzioni televisive. A partire dalla metà degli anni '70, la sua stella cominciò ad appannarsi, anche se in Francia il pubblico le è rimasto molto affezionato.


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