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Adoro escuchar y traducir canciones italianas, y gracias a que soy bilingüe puedo hacerlo personalmente, sin traductores automáticos y manteniéndome fiel al significado original del texto italiano. He creado este blog para poder compartir esta música tan maravillosa con todos vosotros... ¡Sed bienvenidos!
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Amo ascoltare e tradurre delle canzoni italiane, e dato che sono bilingue, posso farlo personalmente, senza traduttori automatici e rimanendo fedele al significato originale del testo italiano. Ho creato questo blog per poter condividere questa musica così meravigliosa con tutti voi... Siate benvenuti!
* "Kara Hidden" non è il mio vero nome, ma soltanto uno pseudonimo.

I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
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Teresa non sparare: Storia della canzone

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Leggi il testo: Link

"Era il 1958. A Santa Margherita Ligure, al Covo di Nord-est, il patron del locale, tenendo al suo pubblico votato al ballo o al genere melodico, suggerì a Fred di proporre un repertorio tradizionale, che lasciava poco spazio alle canzoni scritte con Chiosso. Ma un sabato sera, da un tavolo sotto al palco si alzò un grido: 'Vogliamo Che bambola e Teresa non sparare!' Al tavolo c'erano Gianni Agnelli e i suoi amici" (Dino Arrigotti)


Teresa non sparare

1956, L.Chiosso-F. Buscaglione, Ed. Melodi


Il 28 gennaio 1956 uscirono i primi due 78 giri in assoluto di Fred Buscaglione: 'Che bambola' e 'Porfirio Villarosa', 'Teresa non sparare' e 'Che notte'. In realtà, 'Teresa non sparare' risaliva al 1954, e già da allora faceva parte del repertorio che Fred eseguiva dal vivo al Faro di Torino (non di rado con la complicità della moglie Fatima nella parte di Teresa).

"La incidemmo al Teatro Gobetti di via Verdi", ricorda Dino Arrigotti. "Si trattava di registrazioni effettuate in prima battuta, senza alcuna prova e soprattutto prive degli accorgimenti tecnici pur primordiali dell'epoca che consentivano di modulare le voci o di amplificare o di ridurre i suoni di certi strumenti. Quando Pino, il nostro tecnico di fiducia, ci faceva segno che risaltava troppo la tromba, Pachito non poteva far altro che accostare il suo strumento al muro per contenere il rimbombo. E se quello sgradito fenomeno acustico riguardava il pianoforte, l'unica arma che avevo era di buttarci sopra una coperta. E se poi non c'era la coperta, ci arrangiavamo con i cappotti", conclude il pianista.

Il testo era ispirato a una notizia di cronaca nera - una moglie gelosa che aveva sparato al marito scoperto con l'amante. Chiosso e Buscaglione l'avevano scritta seguendo il loro sistema abituale: abitavano a poca distanza l'uno dall'altro, in via Bava; i due balconi si fronteggiavano, e questo consentiva loro di consultarsi in ogni momento sulla composizione delle canzoni. I vicini di casa spesso li sentivano discutere dopo l'una di notte, in pigiama, appoggiati alle rispettive ringhiere - Chiosso ricorda distintamente la protesta di un condomino: "Allora, vi decidete o no a farla sparare questa benedetta Teresa?"
Il tocco di genio del paroliere fu quello di far partire il brano con un Fred in versione "strillone", che annunciava la notizia sulla prima pagina di tutti i giornali, quasi a rimarcare l'enormità di una simile notizia nella realtà provinciale dell'Italia anni '50: una casalinga italiana (dal quintessenziale, rassicurante nome di Teresa) che invece di subire l'infedeltà del marito lo affronta fucile alla mano come si immaginava facessero le emancipate americane. Ha spiegato Chiosso: "Leggendo i romanzi di Damon Runyon mi era venuta l'idea di creare il primo tipo di maschio frignone, la prima esposizione femminista di un personaggio maschile all'interno della storia della musica italiana. Mi ispirai in particolare al racconto di un duro che, portandosi dietro gli amici, di notte va a rompere le scatole a tutti. Fracassa vetrine, vive di violenza una serata intera… Poi dice: 'Ragazzi, andiamo su, svegliamo la dolce pupa Dolly e facciamoci fare un quintale di uova al bacon perché ho appetito'. Salgono le scale, ma la dolce pupa li butta giù tutti! Così nacque il falso duro, in fondo buono, che si fa abbindolare da quella piccola così…".
(da "Il grande Fred" di Maurizio Ternavasio, Lindau editore)

Secondo Ernesto De Pascale, che ha curato una eccellente raccolta di Buscaglione: "E' una sorta di reportage giornalistico dell'epoca con tanto di omissione di cognome, sottolineato da una semplice ed effettistica sonorizzazione. Quella che Fred descrive con le parole di Chiosso è una Italia che si incammina sulla strada del quotidiano, fischiettando, sfogliando il giornale, soffermandosi con stupore su una notiziola di cronaca nera - dimenticata dal redattore in chissà quale angolo ed amplificata dal bisogno popolare di identificarsi nell'altrui commedia quotidiana.
Proprio in questo testo si determina l'allontanamento dal linguaggio statunitense delle prime criminal songs. Qui il personaggio non si è reso colpevole di niente, avrà giusto sparato qualche balla con gli amici al bar - ma non con così tanta cattiveria da meritarsi di esser rincorso dalla vendicativa Teresa... Profezio, questo il nome del protagonista, è il buontempone da bar che nessuno smentisce ormai più, tanto è evidente la sua esagerazione". (dal sito: ilpopolodelblues.com)


Interpreti

Nato a Torino nel 1921, Ferdinando - Fred - Buscaglione frequenta il Conservatorio Giuseppe Verdi: per pagarsi gli studi, suona il contrabbasso e il violino in piccole formazioni locali, esibendosi ogni tanto anche come cantante. Durante la guerra, viene catturato dalle truppe americane e si ritrova in Sardegna - dove il suo talento viene notato dai "carcerieri", che lo fanno suonare con la band che trasmette dalla radio alleata di Cagliari. Finita la guerra torna a Torino e si rimette a suonare in giro per il nord Italia - ma è a Lugano che incontra l'amore della sua vita, la contorsionista algerina Fatima Robin. Il vecchio amico Leo Chiosso lo convince a scrivere canzoni insieme: una di queste, "Tchumbala-bey", nel 1953 diventa un piccolo successo grazie all'interpretazione del concittadino Gino Latilla, che diverrà il suo pigmalione discografico. Nel 1956 il brano che dà la svolta alla sua carriera: "Che bambola", che vende 980mila copie senza, praticamente, alcuna promozione pubblicitaria. Buscaglione diventa una star e impone uno stile da "duro" colmo di ironia e swing: lui e il suo gruppo, gli Asternovas, diventano l'attrazione più contesa dai locali italiani.
Fred, sempre in team con Leo Chiosso, inanella una serie di successi: "Teresa non sparare" (1957), "Eri piccola cosi'" (1958), "Love in Portofino" e "Guarda che luna" (1958), viene chiamato dal cinema (memorabile il film "Noi duri") e dalla pubblicità (alla Pasticca del Re Sole mormora: "E pensare che eri piccola così"…). Ma proprio come un divo americano, la notte del 3 febbraio 1960 il 38enne Buscaglione va a schiantarsi contro un camion con la sua Thunderbird rosa in una strada di Roma. E' una notte storica per il costume italiano: poche ore prima è stato proiettato "La dolce vita" di Fellini - secondo alcuni, i due eventi simboleggiano la fine degli anni '50, e l'inizio dei '60.


Gli autori

Fred Buscaglione

La vita di Leo Chiosso, autore di canzoni celeberrime (si pensi a "Parole, parole, parole", "Torpedo blu", "Montecarlo"), e di un'infinità di programmi televisivi, tra cui "Canzonissima" del 1962 con Dario Fo e Franca Rame, è fortemente legata a quella di Fred Buscaglione. Amici già in tenera età, i due furono separati dalla guerra ("ero deportato in Polonia, lui in Sardegna prigioniero degli americani: un giorno alla radio gli fecero suonare un pezzo e capii che era ancora vivo"). Al ritorno del musicista a Torino i due cominciarono a scrivere canzoni. Fu proprio grazie a "Che bambola" che, nel 1956, Fred Buscaglione diventò rapidamente "divo".


Fonte: Link

1 COMENTARIOS:

Anónimo dijo...

per caso ho trovato il vostro sito. Complimenti,siete precisi e mi piace come presentate i vari personaggi. Bravi,continuate così. Un amico aquilano.

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