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* "Kara Hidden" non è il mio vero nome, ma soltanto uno pseudonimo.

I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
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Storie di tutti i giorni: Storia della canzone

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Storie di tutti i giorni

1982, Fabrizio-Foglia-Morra, Ed. Sugarmusic/Parking/Universal M.Pubbl.It.


Dopo un decennio di declino, a partire dalla fine degli anni '70 il Festival di Sanremo dà chiari segnali di ripresa.
Nel 1981 si registrano il ritorno della diretta televisiva, e la vittoria di Alice con "Per Elisa". Ma è l'edizione del 1982 a rilanciare definitivamente la kermesse e tracciare la strada per gli anni successivi. Ci sono infatti la tradizione di Claudio Villa, Orietta Berti, Jimmy Fontana. C'è il nascente filone "nazionalpopolare" rappresentato da Fra' Giuseppe Cionfoli, Christian, Albano e Romina (si presentano per la prima volta come duo, con la "storica" "Felicità").

Ci sono cantautori non ancora consacrati: Ivano Fossati che scrive "E non finisce mica il cielo" per Mia Martini, Vasco Rossi con "Vado al massimo" (finirà ultima), Zucchero Fornaciari con la non memorabile "Una notte che vola via". Ci sono inoltre personaggi che colgono la nuova voglia di pop disimpegnato delle giovani generazioni: Stefano Sani col tormentone "Lisa", Plastic Bertrand con "Ping pong", la ex punk Anna Oxa che sta mutando pelle e interpreta "Io no".
Anche i presentatori scelti da Gianni Ravera sembrano esprimere questo desiderio di sintesi tra l'Italia del decennio trascorso e quella degli anni '80 che stanno per decollare: il rigido Daniele Piombi, il giovanilista Claudio Cecchetto, la "televisiva" Patrizia Rossetti.

In questo scenario, è naturale che si affermi una altrettanto brillante operazione di sintesi: "Storie di tutti i giorni", brano che fonde enfatici violini e incalzanti "pennate" sulla chitarra elettrica, cantato da un ex "bohemienne" in smoking: Riccardo Fogli.


Nascita della canzone

Dietro al successo di 'Storie di tutti i giorni' c'era un team che era andato consolidandosi negli anni.
Ne facevano parte tre nomi eccellenti: Maurizio Fabrizio e Guido Morra, che in coppia hanno scritto tra l'altro di "Bravi ragazzi" (Miguel Bosè) ed "Acquarello" (Toquinho); infine, Giancarlo Lucariello - uno dei primi in Italia a incarnare la figura del "produttore discografico" - che così racconta la genesi del brano.
"In quegli anni Maurizio Fabrizio veniva a casa mia, poggiava le mani sul pianoforte, e nascevano delle melodie che poi diventavano canzoni di grande successo. 'Storie di tutti i giorni', con la quale ci presentammo per la prima volta a un Festival di Sanremo, fu una di queste. L'incontro con Fabrizio ha dato vita a un sodalizio che dura tuttora, mentre la mia collaborazione con Riccardo è sempre dipesa…da lui. Dopo che avevamo trovato il grande successo con i Pooh, decise di uscire dal gruppo, forse a causa della storia con Patty Pravo, forse perché io avevo voluto fare dei Pooh un gruppo che non fosse Fogli-dipendente…Anche se era il più in vista della formazione, gli avevo tolto la voce solista in 'Tanta voglia di lei', e la cosa lo aveva colpito. In ogni caso, dopo qualche anno di tentativi solisti accolti da poca fortuna, mi chiese se potevamo tornare a collaborare. In quel momento, nell'ambiente, alcuni lo consideravano un cavallo perdente, quello che aveva perso il treno del grande successo. Io invece lo conoscevo, e pensavo che ci fosse spazio per lui.

Dopo 'Mondo' (1976) e 'Che ne sai' (1979), che vennero accolte piuttosto bene, nell'estate del 1981 facemmo il singolo 'Malinconia'(n.d.r.: n.14 tra i 45 giri più venduti dell'anno), scritta da Maurizio Fabrizio. Fu sempre Fabrizio a proporre la frase musicale da cui nacque il primo dei tre momenti di 'Storie di tutti i giorni' - sono le note suonate al piano che si sentono in apertura. A questo aggiungemmo una variazione che prendeva le mosse dalla prima frase, e col testo di Riccardo e Guido Morra la canzone venne completata, o quasi. Infatti, tutte le volte che la risentivo al pianoforte sentivo che mancava qualcosa. Il tempo stringeva, ormai stavamo registrando la base - ma io ci pensavo anche di notte…'Qui manca uno sfogo', mi dicevo. Alla fine, quasi in extremis lo trovammo nella parte che si apre con il verso: 'Un giorno in più che se ne va…'".


Una vittoria annunciata

Il fenomeno che ha preceduto tanti festival è stato quello che indicava come vincitore un cantante che poi, quasi sempre, vinceva.
E se non era così era perché altri giochi, al di sopra di tutto e di tutti, avevano deciso altrimenti". Sono parole di Gigi Vesigna, che dirigeva "Sorrisi e Canzoni TV" quando, qualche giorno prima che il Festival 1982 iniziasse, propose Riccardo Fogli in copertina, in posa da vincitore. Molte altre testate indicarono in "Storie di tutti i giorni" la più adatta a rappresentare la canzone italiana - e fu così che durante il Festival, quando il "mago" Giucas Casella annunciò di aver individuato il nome del primo classificato esercitando i suoi poteri medianici, milioni di italiani si persuasero che certe facoltà paranormali fossero… normali. Di conseguenza, anche se la canzone era sicuramente nel novero delle più meritevoli, non mancò di levarsi qualche sospetto, cui Fogli replicò infastidito: "Le canzoni erano già state sentite da tempo da parte degli addetti ai lavori: evidentemente la mia era stata giudicata tra le migliori e quindi il mio nome era venuto fuori così. In una manifestazione del genere non ci possono essere 'combine'. E' una manifestazione troppo grossa: in ogni caso le polemiche non mancano mai: il Festival è sempre vissuto sulle polemiche e, di solito le fanno quelli che sarebbe meglio non esistessero". (da "Fermate quel festival!", di Marcello Giannotti, Tarab Editore).

In ogni caso "Storie di tutti i giorni" è dotata di un testo capace - proprio come il suo arrangiamento "trasversale" - di giungere a milioni di italiani che l'hanno fatta propria. Ha scritto Dario Salvatori nel "Dizionario delle canzoni italiane" (elleu multimedia), "La canzone non era affatto male, aveva uno stile adeguatamente sanremese, in grado di supportare Fogli, mezzo buttero e mezzo principe che aveva lasciato con coraggio i Pooh per una carriera da solista, con una vaga aria decadente e inappuntabile con lo smoking, per la delizia delle giovanissime e delle loro zie".


Il look vincente

"Negli anni '60, in certe città quando camminavamo per strada ci prendevano in giro e mi chiamavano bella morettina. Ero 63 kg di muscoli ed incazzatura, quante botte ho preso, ma quante ne ho date" (Riccardo Fogli)


A metà degli anni '70 Riccardo Fogli si proponeva in modo "casual", quasi a ripararsi dalle accuse di vita sregolata che si era attirato dopo aver lasciato i Pooh e la moglie per, rispettivamente, la carriera solista e Patty Pravo.
Tuttavia, già nel 1979 il bassista e cantante di "Piccola Katy" (1966), nonché ex metalmeccanico alla Piaggio, apparve sulla copertina dell'album "Che ne sai" in smoking e papillon. Questo, si badi, mentre in Italia cominciavano a circolare i primi punk e in testa alle classifiche si trovavano Dalla & De Gregori, piuttosto lontani da simile eleganza.

Per quanto la cosa possa fare sorridere, la verità è che Fogli vedeva più in là: fatto tesoro delle difficoltà (e delle botte) giovanili, intuì che nel decennio successivo presentarsi in modo impeccabile avrebbe consentito di essere ascoltati più facilmente. Dopo di lui, chi si è presentato al Festival vestito in modo approssimativo (non parliamo dello sbrindellato Vasco Rossi, che non a caso in quel medesimo Sanremo '82 giunse ultimo con "Vado al massimo") lo ha fatto a proprio rischio e pericolo.

Ma altrettanto degna di nota dal punto di vista visivo la scelta di presentarsi sul palco affiancato da un chitarrista. Ricorda il produttore di Fogli, Giancarlo Lucariello: "Avevamo la precisa volontà di presentare il brano in modo nuovo, diverso, rispetto a quanto erano soliti fare i concorrenti del Festival. Dal momento che il brano aveva una marcata impronta chitarristica, ci parve una buona idea creare una sorta di contraltare a Riccardo, così elegante: così mandammo in scena con lui il chitarrista Roberto Puleo, vestito in modo molto semplice. Fu un espediente che funzionò sia dal punto di vista scenico che musicale, perché sottolineava la ritmica che avevamo impresso all'arrangiamento".


Gli interpreti

Riccardo Fogli
Riccardo Fogli è nato a Pontedera (Pisa) il 21 ottobre 1947. Per sei anni fa parte dei Pooh come cantante e bassista: con lui il gruppo incide i primi successi: "Piccola Katy", "Tanta voglia di lei", "Pensiero". Nel 1973, a sorpresa, Fogli lascia il complesso e intraprende una carriera solista che comincia a prendere consistenza solo dal 1976, con "Mondo". Dopo alcuni singoli dalle alterne fortune, nel 1981 ottiene un buon successo con "Malinconia", e nel 1982 vince il Festival di Sanremo con "Storie di tutti i giorni".
Nel 1989 va nuovamente vicino alle prime posizioni con il brano "Non finisce così".

Altri interpreti
Gunter Norris
Gil Ventura


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