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I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
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Si può dare di più: Storia della canzone

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Si può dare di più

1987, Bigazzi-Tozzi-Riefoli, Ed. Suvini Zerboni/Il Bigallo


Quest’anno a Sanremo non c'è nemmeno la consueta incertezza sul vincitore. Tutti sanno (o ritengono di sapere) che la vittoria è già stata appaltata dal trio Morandi Ruggeri Tozzi. I quali con la canzone "Si può dare di più" avrebbero astutamente costruito una canzone ecumenico-umanitaria, buona per ‘compattare’ i tre fedelissimi pubblici personali di cui dispongono. I tre dichiarano naturalmente in tutte le interviste - televisive e non - che non l'hanno fatto di proposito. Che è stato tutto casuale. Che una volta Morandi passeggiava per strada canticchiando ‘Perché la guerra, la carestia’, quando gli si affiancò Ruggeri, che passava da quelle parti, intonando ‘non sono cose viste in Tv’. Allora Umberto Tozzi, che li guardava dal balcone, scese anche lui e aggiunse ‘e non puoi dire: lascia che sia’. Poi, siccome erano arrivati al semaforo e si dovevano per forza fermare, intonarono in coro il quarto verso: ‘perché ne avresti un po' di colpa anche tu’. Così, casualmente (si sa come vanno questi casi) nacque la canzone candidata alla vittoria a Sanremo”.
(Beniamino Placido, la Repubblica - Venerdì, 6 febbraio 1987)


Nascita della canzone

Il trio nacque negli spogliatoi della Nazionale Cantanti, il team benefico-calcistico fondato da Morandi e Mogol.
L’idea di un brano che esortasse alla solidarietà fu probabilmente ispirata dalle alleanze di star anglosassoni che nel 1985 avevano fruttato i brani “Do they know it’s Christmas time?” e “We are the world”, nonché l’evento Live Aid.
Fu Tozzi, unico dei tre a non aver mai partecipato al Festival, a scrivere il brano insieme all’amico Raf e a Giancarlo Bigazzi, che avevano concepito le prime strofe durante una festa natalizia a casa di Caterina Caselli. Alla scrittura non collaborarono Morandi, non ancora diventato autore, né Ruggeri, che a Sanremo presentò un brano interpretato da Fiorella Mannoia (“Quello che le donne non dicono”, vincitore del premio della critica). Una volta stesi testo e musica, Bigazzi incaricò un suo giovane amico di Firenze, tale Marco Masini di incidere la traccia vocale sulla quale i tre cantanti avrebbero lavorato. Dopo il Festival, il giovane Masini divenne stretto collaboratore sia di Tozzi che di Raf, prima di decollare come solista.


Primo posto annunciato?

Quando la stampa ebbe conferma dell’inedito sodalizio, cominciarono a girare le voci sulla vittoria “annunciata” dei tre cantanti, famosissimi ma in un momento particolare della carriera: Morandi in risalita dopo un periodo difficile, Ruggeri in cerca della consacrazione, Tozzi fermo da diversi anni dopo alcuni dischi non fortunati. Nonostante gli avversari più temibili fossero i campioni della canzone per famiglie, come Toto Cutugno (secondo con “Figli”) e Albano e Romina (terzi con “Nostalgia canaglia”), molti critici storsero il naso di fronte all’iniziativa del trio. Così scriveva Gino Castaldo de “La Repubblica”: “E' l'unica presenza se non altro originale, inedita, che presenterà questa edizione del Festival, ma sarà ricordata come una bella occasione mancata. Per quanto strano, l'abbinamento poteva produrre scintille, e invece ha prodotto un testo pieno di retorica ecologista e filantropica. Bisogna dire peraltro che è cantato magnificamente, ma giocano sentimenti troppo banali”.
Qualche scintilla probabilmente venne prodotta, visto che il singolo vendette 250.000 copie in Europa e in Giappone, permettendo tra l’altro alla CGD di passare nel giro di una settimana dalla cassa integrazione ai doppi turni per fare fronte alle richieste di un brano cantato, su questo non si può che concordare, magnificamente: Ruggeri ha poi ammesso che per lui fu una grande soddisfazione interpretare un brano di grande estensione vocale, visto che i critici lo avevano sempre ritenuto più autore che cantante.


Fine del trio

Ruggeri ha dichiarato in anni recenti che "questa idea nata con grande entusiasmo prevedeva anche un seguito. Si era pensato ad una serie di concerti da fare in tre da cui trarre un album dal vivo nel quale ognuno cantava le canzoni dell’altro... ricordo che Umberto voleva per sé ‘Il mare d’inverno’, io ‘Dimentica dimentica’, poi tutti e tre avremmo fatto ‘Un mondo d’amore’... insomma, una cosa decisamente divertente. Potevamo essere i nuovi Crosby Stills & Nash: tre carriere parallele che ogni tanto si incontrano per un progetto comune. E per un momento abbiamo creduto che questa pazza idea potesse anche funzionare. Avevo anche scritto un pezzo apposta, ‘La canzone della verità’ (il retro del singolo) dove, con riferimenti piuttosto evidenti, la prima strofa era destinata specificatamente a Morandi, la seconda a Tozzi e la terza a me". Invece, spiega Ruggeri, "le pressioni esterne iniziarono a farsi pesanti": l'idea si presta a uno sfruttamento commerciale su larga scala che rischia di trasformare in prodotto meramente industriale un progetto nato dall'amicizia prima ancora che da considerazioni professionali. Già durante il Festival si levano le critiche di chi pensa che il vero scopo dell'operazione sia di sfruttare congiuntamente le basi di fans dei tre artisti. I quali, conclude Ruggeri, decidono di sciogliersi per difendere "un’idea ‘pulita’ che non poteva e non doveva diventare qualcosa che finisse per prestare il fianco a critiche di speculazione. Alla fine Gianni fu il primo a dire basta: non potevamo veramente rovinare tutto facendo la maglietta o il cappellino del trio, il poster del trio, la pubblicità in trio o chissà cos’altro, cosi decidemmo, in perfetto accordo (e questo fu molto bello), di rinunciare a tutto il progetto. Fu veramente un peccato. Come una volta mi disse Gianni, tutto quello che lui ha poi fatto con Dalla poteva accadere nella stessa maniera, con noi, in quell’occasione”.


Interpreti

Gianni Morandi
nato a Monghidoro l'11 dicembre 1944. Debutta ufficialmente nel 1958 ad Alfonsine (Ra) nella Casa del Popolo. Nel 1962 vince il Festival di Bellaria dove incontra alcuni discografici che gli organizzano un provino alla RCA. Il suo primo 45 giri verrà pubblicato quello stesso anno: Andavo a cento all'ora. Di lì a poco arriveranno Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, e soprattutto In ginocchio da te, Se non avessi più te, con i relativi film.
Dal 1964 a al 1969 è protagonista di innumerevoli vittorie (Cantagiro, Canzonissima, ecc). Ha interpretato trecentosedici brani e dal 1984 si è dedicato anche agli sceneggiati televisivi. Quattro le partecipazioni a Sanremo (1983, 1987,1985, 2000).


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