A me mi piace vivere alla grande
1979, di D.Pace - O.Avogadro - F.Fanigliulo - R.Borghetti, Ed.Suvini Zerboni
Il 1979 è uno degli "anni bui" di Sanremo.
Anticipato all'11 gennaio su richiesta dell'assessorato al turismo, premia 'Amare' dello sconosciuto Mino Vergnaghi in un clima di disinteresse, dovuto anche all'assenza di cantanti importanti.
Il Festival in questo periodo è considerato squalificante, chi partecipa è quasi messo all'indice: Mike Bongiorno è costretto quindi a presentare gli Ayx e Nicoletta Bauce, Lorella Pescerelli e Il était une fois. Come "vedettes" si può contare solo sui "vecchi" Antoine e Camaleonti, e i giovani Collage, Umberto Napolitano ed Enrico Beruschi. Il comico, da poco rivelatosi nella trasmissione Rai "Non stop", propone 'Sarà un fiore', canzone allusiva che ben si inserisce in un Festival caratterizzato da brani in equilibrio tra nonsense e ironia ('Tu fai schifo sempre' dei Pandemonium o 'Autunno, cadono le pagine gialle' di Marinella). Ad emergere è però 'A me mi piace vivere alla grande' del 35enne Franco Fanigliulo. "Gestualità teatrale, ironia, originalità interpretativa hanno fatto di questo cantautore ligure, purtroppo scomparso nel 1989, uno dei personaggi più interessanti, e oggi rimpianti, della canzone italiana", ha scritto il critico del Corriere della Sera Mario Luzzatto Fegiz.
'A me mi piace vivere alla grande' è un brano dall'incedere melodico volutamente forzato, sul quale il cantante declama un testo scritto con Daniele Pace (la parte musicale venne curata da Avogadro e Borghetti). Testo contraddistinto, secondo Borgna ("L'Italia di Sanremo", Mondadori) da un "Nonsense polemico e aggressivo, che il sottofondo quasi operistico e l'interpretazione sarcastica di Fanigliulo tendono ad accentuare". Secondo il già citato Fegiz si tratta del "sogno stralunato di un uomo naif attonito di fronte alle mode: 'foglie di cocaina, voglio sentirmi male, uguale a un gatto rosa per essere sporcato e raccontare a tutti che sono innamorato'. La censura impone di cambiare le 'foglie di cocaina' in 'bagni di candeggina, voglio sentirmi uguale', con soddisfazione della metrica e collasso della logica. Ma sopravvive invece la frase 'adesso che Gesù ha un clan di menestrelli che parte dai blue jeans e arriva a Zeffirelli', con specifica allusione a una marca di pantaloni e al celebre film religioso del regista".
Interpreti
Franco Fanigliulo
Nato nel 1944, Fanigliulo era figlio di un ufficiale della Marina e di una pianista. Dopo aver fatto il taglialegna, il garzone di bottega, il contadino ed il rappresentante di prodotti di bellezza, era stato messo sotto contratto dall'etichetta 'L'ascolto' di Caterina Caselli. Dopo la breve popolarità di Sanremo 1979, si era comperato una fattoria a Prati di Vezzano, dove allevava polli, pecore e cavalli. Un'emorragia cerebrale lo colse a 45 anni nel giugno 1989 quando stava lavorando ad un long playing dal titolo 'Sudo ma godo', per il quale si erano mobilitati Vasco Rossi come produttore e Maurizio Solieri come chitarrista. Altro grande amico di questo cantautore sottovalutato fu Zucchero, che aveva collaborato a un suo album: parlando del brano 'Madre dolcissima' Zucchero ammise che era nato da un periodo di depressione, causato anche dalla scomparsa di Fanigliulo.
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