Via del conservatorio
1971, G.Bigazzi-E.Polito-T.Savio, Ed. Tiber
"E' una canzone che Polito, Savio e Bigazzi hanno scritto per me, cioè legata al personaggio che in me vede il pubblico. Non ha una storia particolare: c'è il fatto di alcuni riferimenti alla mia infanzia che potrebbero essere intesi anche intesi in senso autobiografico. Il ragazzino di cui parla la canzone, anche se non sono proprio io, è uno che ha avuto un'infanzia sofferta di esperienze dure come la mia".
Così Massimo Ranieri, nel dicembre 1971, descrive il brano a "Sorrisi e Canzoni TV" pochi giorni prima della finale di Canzonissima, durante la quale il cantante affronterà Orietta Berti, Mino Reitano, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, e i tre avversari che secondo i giornalisti gli contendono la vittoria finale: la 'rivelazione' Rosanna Fratello ('Sono una donna non sono una santa'), l'inaffondabile Claudio Villa ('La cosa più bella') e Nicola Di Bari ('Chitarra suona più piano'). E' proprio quest'ultimo a spodestare Ranieri (vincitore l'anno precedente con 'Vent'anni') dal trono di Canzonissima, aggiudicandosi la vittoria con 'Chitarra suona più piano'.
Il 7 gennaio, giorno successivo alla finale, il quotidiano "La Notte" scrive: "Il più colpito dalla vittoria di Nicola Di Bari - nonostante si sforzasse di non darlo a vedere - è stato Massimo Ranieri. Credeva di avere la vittoria a portata di mano e se l'è vista sfuggire per poco nonostante avesse ottenuto un numero di cartoline maggiore a suo nome (906.846): un caso, raro, in cui le giurie hanno rivoluzionato la graduatoria stabilita dalle cartoline. Dopo la trasmissione ha fatto dichiarazioni affettuose nei confronti di Nicola Di Bari, ma i suoi occhi erano privi di espressione. La mascella contratta. 'Mi dispiace soltanto che fra pochi giorni dovrò partire per il servizio militare: non vorrei che il pubblico mi dimenticasse. Certo, mi sarebbe piaciuto molto partire con la vittoria di Canzonissima…" In effetti, il 28 gennaio Ranieri parte per il servizio militare, a Viterbo. Saluta il pubblico durante un concerto al Teatro Sistina, concludendo con "O' surdato 'nnamurato", che viene pubblicata come 45 giri e ottiene un grandissimo successo.
Tuttavia, con il servizio militare si chiude una fase della carriera di Ranieri, che decide di cambiare rotta: si consumano il divorzio artistico da Polito e Bigazzi, e prende maggiore consistenza la sua vocazione di attore, senza troppi rimpianti per canzoni nelle quali non si è mai riconosciuto.
'Via del Conservatorio' entra nella top ten della hit-parade italiana l'8 gennaio 1972: in testa alla classifica ci sono i Pooh con 'Pensiero' e Lucio Battisti con 'La canzone del sole'; unico brano straniero, 'Imagine' di John Lennon. Rimane nelle prime dieci posizioni fino al 26 febbraio: ma in quel momento, Ranieri è già "Sordato 'nnamurato"…
Interpreti
Massimo Ranieri
Giovanni Caloneè nato a Napoli il 3 maggio 1951. Quarto di otto figli, da bambino lavora come posteggiatore, garzone di fruttivendolo, strillone. Comincia a cantare ai matrimoni, e a 13 anni incide il suo primo disco con lo pseudonimo Gianni Rock. Dopo una tournée in America al fianco di Sergio Bruni, nel 1966 prende il nome d'arte Massimo Ranieri ("Mi faceva pensare al Principe di Monaco, mi conferiva una certa eleganza") e si fa notare alla trasmissione "Scala Reale" con "L'amore è una cosa meravigliosa". Nel 1968 propone "Da bambino" al Festival di Sanremo, dove torna l'anno dopo con "Quando l'amore diventa poesia". Il primo vero successo è "Rose rosse", che gli fa ottenere la vittoria al Cantagiro, il terzo posto a "Canzonissima" 1969 e il n.2 in hit-parade. Poco dopo ottiene il David di Donatello per il suo primo film: "Metello", per la regia di Mauro Bolognini. Nel 1970 vince "Canzonissima" con "Vent'anni". Nel 1972 parte per il servizio militare (e ne approfitta per incidere "O' surdato 'nnamurato", che gli frutta un altro successo). Al ritorno, rivince "Canzonissima" con "Erba di casa mia". Da quel momento, indirizza sempre più decisamente la sua carriera verso la recitazione, sia al cinema che a teatro (Brecht, Pirandello, ma anche numerosi musicals). Non lascia il mondo della canzone, ma si sottrae a molti meccanismi del pop italiano da classifica - il che non gli impedisce, quando nel 1988 torna al Festival di Sanremo, di vincerlo con "Perdere l'amore", forse il suo maggiore successo. Nel 1997 è di nuovo a Sanremo con "Ti parlerò d'amore".
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