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Non si può morire dentro: Storia della canzone

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"C'è qualcosa nell'aria che mi dice che io morirò - ma non si può morire dentro, come dice Gianni Bella" (da "Urna", Elio e le Storie Tese)


Non si può morire dentro

1976, Bigazzi-Bella, Ed. Tender


Il 12 giugno 1976 'Non si può morire dentro', cantata da Gianni Bella, entra in hit parade al numero 8.
In testa c'è 'Ancora tu' di Lucio Battisti. Il 10 luglio, Bella si insedia in vetta, scalzando 'Ramaya' di Afric Simone dal n.1. Rimane al primo posto per più di due mesi: ai primi di settembre, vince il Festivalbar. Solo il 18 settembre (dopo dieci settimane), 'Non si può morire dentro' lascia il posto a un altro 'evergreen' della canzone italiana ('Margherita' di Cocciante) e si accomoda al secondo posto.

"Io credo di aver interpretato quello di cui il pubblico aveva bisogno.
La canzone d'amore era maltrattata", dice il cantante nonché autore
del brano. "In quel momento storico andavano soprattutto i cantautori politicizzati, come Venditti… Non era un momento facile, ho persino incontrato ragazzini che mi sputavano addosso. Molta gente si identificava con la canzone della contestazione, e dire 'io ti amo' era considerata una banalità. Io credo di avere venduto due milioni di copie perché ho fatto presente che non esistevano solo la contestazione e la politica: il valore in cui la gente credeva di più era ancora l'amore".


Nascita della canzone

"Mia sorella Marcella mi aveva trascinato nell'avventura musicale professionale. Dopo il successo di 'Montagne verdi' mi ero messo a scrivere con maggiore applicazione. Grazie a Dio avevo incontrato Giancarlo Bigazzi, un paroliere che ha scritto cose eccezionali. Lui forse era abituato a lavorare un po' a tavolino, io probabilmente l'ho trascinato in un mondo un po' più grezzo ma puro… Così, quando dopo 'Montagne verdi' ho scritto 'Più ci penso e più mi viene voglia di lei', l'ho fatta sentire a Piero Sugar, proprietario della CGD, e ad Alfredo Cerruti, direttore artistico.
Loro commentarono: caspita, questo ha una voce davvero particolare… Sugar disse: perché non la facciamo cantare a lui? Partecipai al Disco per l'Estate, e il 45 giri vendette 400.000 copie. Le cose cominciavano ad andarmi bene, e decisi che potevo permettermi un pianoforte… di seconda mano. Lo comprai a Firenze per seicentomila lire, ed averlo, poterci lavorare, mi diede una gioia immensa: fino a quel momento le mie canzoni, 'Montagne verdi' in testa, erano composte alla chitarra. Il mattino che ho avuto il piano in casa, la prima cosa che ho composto è stata 'Non si può morire dentro'. Riascoltandola adesso, direi che è influenzata dalla musica black americana, la mia prima passione. Ogni tanto penso che sarebbe bello se fosse ripresa da qualche artista tipo Whitney Houston… o forse potrebbe cantarla Giorgia. L'hanno fatta in versione rock gli UFO Piemontesi, ed è venuta benissimo".


Il successo

Non si può morire dentro' ha vinto il Festivalbar nel 1976, è rimasta per oltre due mesi al n.1 in classifica, ha venduto due milioni di copie, è entrata in hit-parade in diversi paesi latini.
E' stata il maggiore successo di Gianni Bella come cantante - come autore, l'artista catanese si è levato diverse altre soddisfazioni, in particolare grazie alla sorella Marcella e ad Adriano Celentano. "Personalmente, credo che sia inutile inseguire il successo, non penso esistano formule. L'esperienza mi ha insegnato che a far durare un brano nel tempo, a scoprirne la qualità, è sempre la gente. Certo, quando comincia il momento-no le cose diventano difficili.

Quando per qualche anno non imbrocchi un successo, si comincia a pensare che sei finito. Ma io come artista ho una regola: quando scrivo qualcosa deve essere un capolavoro innanzitutto per me. Quando lo è, sono tranquillo anche se non ha fortuna in classifica. E poi sono abituato a lottare per le mie canzoni, a partire dalla prima: quando mia madre e mia sorella hanno ascoltato per la prima volta 'Montagne verdi', mi hanno detto: 'Questa è una roba da Zecchino d'Oro'. Quando, anni dopo, le ho fatto sentire 'Nell'aria', mi ha detto: 'Non se ne parla, spurcacciuni'"


Il 'fratello di Marcella'

"Mio fratello è bravissimo e vuole tentare di imporsi come cantautore, e come tale parteciperà al Disco per l'Estate. Vedrete, presto nascerà un nuovo Clan: il Clan dei Bella…" (Marcella, maggio 1974)


"Il mio amico Mogol ci diventa matto, su questa cosa che dopo trent'anni ancora c'è qualcuno che mi definisce 'il fratello di Marcella Bella', la cosa lo manda in bestia, haha… Invece io non ci bado, anche perché io e Marcella siamo molto legati, sia in senso affettivo che professionale: lei ha avuto successo con le mie canzoni, e a mia volta se io faccio questo mestiere devo molto a lei. Fu il suo talento che convinse la nostra famiglia a farle fare un tentativo nel mondo della canzone, e quindi al nord - con me al seguito, perché lei aveva 17 anni. Il primo periodo fu massacrante: accompagnavo Marcella col mio gruppo nei locali della riviera adriatica, poi la riaccompagnavo a casa, nell'appartamento che avevamo a Sant'Ilario, in Emilia; quindi toccava a me fare il giro dei locali con la mia chitarra, una Gibson Les Paul De Luxe. Suonavamo parecchio: la domenica iniziavamo al pomeriggio e finivamo la sera a mezzanotte. Era estenuante ma divertente, perché per me era un mondo nuovo. Adesso a raccontarlo è strano, ma all'epoca io non ero abituato a vedere tante ragazze uscire da sole per andare a ballare. Per me andare a Gatteo Mare era come andare nel paese dei balocchi…".


Autori

Nato a Catania nel 1947, dopo aver guidato come cantante e chitarrista alcuni gruppi catanesi, alla fine degli anni '60 Gianni Bella si trasferisce al nord al seguito della giovanissima sorella Marcella, che ha ambizioni come cantante e partecipa al Cantagiro '70. Nel 1972 'Montagne verdi', firmata da Bella insieme a Giancarlo Bigazzi, partecipa al Festival di Sanremo e scala le classifiche. Mentre la sorella si impone come una delle cantanti italiane di maggiore successo, Gianni comincia la propria carriera solista, sempre con l'aiuto del paroliere Bigazzi, e subito ottiene un buon esito con 'Più ci penso' (che rimane dal 3 agosto al 23 novembre 1974 nella top ten italiana). Due anni dopo, l'exploit: Bella domina le classifiche estive con 'Non si può morire dentro', vincitrice del Festivalbar. Nel 1978 si impone nuovamente nella manifestazione di Vittorio Salvetti, cantando 'No'. Negli anni '80, all'attività di solista e di autore per la sorella (per la quale scrive tra l'altro 'Nell'aria' e 'Il mio cielo puro'), inizia la collaborazione con Mogol, che diventa suo paroliere e produttore. Alla fine degli anni '90, firma uno dei maggiori successi della carriera di Adriano Celentano, 'L'emozione non ha voce', grazie alla quale l'album 'Io non so parlar d'amore' rimane per due anni circa nella top 50 italiana. Nel 2001 partecipa al Festival di Sanremo, presentando 'Il profumo del mare'.

Il fiorentino Giancarlo Bigazzi è uno dei principali autori della canzone italiana. Negli anni '60, a inizio carriera, scrive dei brani di immenso successo come "Luglio", con Riccardo Del Turco, "Lady Barbara" di Renato dei Profeti, "Lisa dagli occhi blu" di Mario Tessuto. Negli anni '70 comincia a stringere sodalizi più intensi con gli interpreti, ad esempio Massimo Ranieri ("Rose rosse", "Vent'anni"), Gianni Bella ("Montagne verdi" e "Non si può morire dentro"), e poi, dalla fine degli anni '70 ad oggi, tre cantanti che diverranno abituali dominatori delle classifiche scrivendo canzoni insieme a lui: Umberto Tozzi, Raf e Marco Masini. Con i primi due, il legame si interrompe (piuttosto bruscamente, anche) a metà degli anni '90; con il terzo, la collaborazione continua a tutt'oggi. Bigazzi vanta anche un clamoroso successo di vendite con il gruppo goliardico Squallor, messo in piedi con tre amici: il discografico Alfredo Cerruti, il cantante ed autore Daniele Pace, il maestro Totò Savio.


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