La gelosia non è più di moda
1939, Schisa-Panzeri-Rastelli, Ed.Suvini Zerboni
Nel 1939, dopo l’enorme successo di “Maramao perché sei morto” la coppia Panzeri-Rastelli (in futuro responsabile anche di “Papaveri e papere”, del 1952), costruisce insieme a Mario Schisa un nuovo swing per il Trio Lescano.
Il brano prevede, parallelamente agli incroci vocali di Katharina, Judith e Alexandra Leschan, anche un dialogo tra un trio di strumenti: una tromba, un sassofono e un violino, che a metà del brano si inseguono tra loro in un passaggio strumentale relativamente prolungato prima di cedere nuovamente il posto al terzetto olandese.
Secondo Gianni Borgna, autore della “Storia della canzone italiana” (Mondadori), “Un che di sbarazzino e trasgressivo è sempre presente nelle interpretazioni del Trio Lescano. Si pensi a ‘Ma le gambe’ (1938), una canzone nella quale finalmente si inneggia alla donna in tutta la sua fisicità, e soprattutto si pensi alla splendida, anche musicalmente, ‘La gelosia non è più di moda’, che porta la data del 1939. La gelosia, che gli italiani continuano a ritenere sacra e per la quale gli italiani sarebbero pronti a commettere qualunque pazzia, è un sentimento che le tre sorelline olandesi si prendono il lusso di irridere in modo scanzonato.
C’è un’espressione nella canzone che è davvero emblematica:
‘Devi avere il cuor contento, stile Novecento, per goder la gioventù’.
Più o meno negli stessi termini si era espressa Ria Rosa in ‘Preferisco il ‘900 (1937) di Fusco e Valente, e addirittura con le stesse parole Bracchi e D’Anzi avevano tratteggiato nel 1938 la ‘Signorina grandi firme’ (…) Dunque esiste uno ‘stile Novecento’, e a quanto pare è fatto di sano pragmatismo, di anti-retorica. E’ uno stile pratico, sobrio, che va diritto allo scopo e non indulge ai sentimentalismi”.
Interpreti
Il trio Lescano
Le sorelle Leschan erano figlie di un contorsionista ungherese e di una cantante di operetta olandese. Crescute in Olanda, Alexandra e Judith avevano lavorato come acrobate; quando Kitty ebbe 16 anni formarono un trio, cui venne italianizzato il nome in Lescano. Entrate all’Eiar di Torino, dopo aver accompagnato Enzo Aita in “Ma le gambe” e Maria Jottini in “Maramao perché sei morto” divennero talmente popolari da essere riconosciute da Mussolini per strada (“Passò sotto il nostro balcone, e gridò: ‘Salve, Lescano!’, ha dichiarato Alessandra), venivano definite dai giornali dell’epoca "Le tre grazie del microfono", "Il fenomeno del secolo", "Le sorelle che realizzano il mistero della trinità celeste".
Nel 1941 tutti i giornali pubblicarono la notizia che le Lescano avevano preso la cittadinanza italiana. "Ma rifiutammo sempre la tessera fascista”. Gli ultimi anni del conflitto furono molto difficili per loro: vennero arrestate a causa dell’origine ebraica della madre; furono rinchiuse nel carcere di Genova e accusate di mandare messaggi cifrati in canzoni come “Tuli tulipan”. Subito dopo la guerra, vennero dimenticate dal pubblico italiano – non restò loro che trasferirsi dove le ascoltavano ancora con piacere: in Sudamerica, dove altri artisti (ad esempio Rabagliati) riscuotevano un certo successo. Nel 1987 Sandra, ultima superstite del trio, si è spenta a Salsomaggiore.
Altri interpreti
Simona Bencini
Irene Grandi
Emy Berti
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