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Il Garibaldi innamorato: Storia della canzone

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Il Garibaldi innamorato

1987, S. Caputo, Ed. Melodi


"Era la mia prima volta a Sanremo, ma non ero preoccupato dal debutto: avevo un quintale di esperienza televisiva in generale e di manifestazioni simili, dal Disco per l'Estate in poi... La cosa che mi stupì di Sanremo fu il clamore sproporzionato, i giornalisti e le radio e TV private e pubbliche appostate fuori della tua camera, pronti a beccarti quando esci la mattina mezzo rincoglionito... La macchina promozionale totalmente fuori controllo, potevi trovarti a rilasciare interviste a perfetti sconosciuti, non accreditati, ma senza osare rifiutarti perché non si sa mai...Gente che ti tira da una parte e dall'altra, un casino bestiale, per poi trovarti sul palco, la sera, in diretta, a fare l'unica cosa che conta ridotto come uno straccio... E poi la paura. Il palco dell'Ariston mette paura, non chiedetemi perché ...E l'impatto di popolarità mostruoso: col cappello e il bavero alzato, venire riconosciuto da tutti in un autogrill, alle 2 di notte, rientrando a Milano alla fine del festival... "

Il Festival della Canzone Italiana del 1987 vede favorito il Trio Morandi-Ruggeri-Tozzi, ma in generale domina lo stile melodico, nazionalpopolare che si suol definire "sanremese". Tra i più accreditati rivali degli interpreti di 'Si può dare di più' ci sono infatti Toto Cutugno (che arriverà secondo con 'Figli'), Albano & Romina (terzi con 'Nostalgia canaglia'), nonché Ricchi & Poveri e Christian. In un certo grigiore, brillano pochissime perle: 'Io amo' di Fausto Leali, 'Quello che le donne non dicono' di Fiorella Mannoia e 'Il Garibaldi innamorato'. Questo è l'unico brano che dà una scarica di adrenalina a un Festival che non a caso era andato a cercare emozioni all'estero (impressionante il cast internazionale: Bryan Ferry, Europe, Paul Simon, Simply Red, Spandau Ballet, Duran Duran, Smiths, Tina Turner, Frankie Goes to Hollywood, Style Council, Rod Stewart, Whitney Houston e tanti altri).
Tuttavia il ritmo afrocubano e il testo (al tempo stesso irriverente e affettuoso nei confronti del condottiero all'epoca "conteso" tra Craxi e Spadolini) mettono in evidenza una volta di più la vitalità della musica di Caputo rispetto al panorama italiano dell'epoca. Tra l'altro l'arrangiamento anticipa di un decennio la ormai quasi stucchevole moda del sound latino cui molti, da Paola & Chiara agli Articolo 31, hanno fatto ricorso negli ultimi anni nel tentativo di agguantare un successo estivo. Per Caputo invece si tratta di una scelta coerente con la propria impostazione jazzistica: "Il latino è una branca del jazz, non un tipo di musica diverso", sostiene il musicista romano; "tutti i maestri del latino, ad esempio Tito Puente, si sono sempre considerati jazzisti. Nel 1965 fu Dizzy Gillespie che, di ritorno da Cuba, portò con sé il famosissimo percussionista Machito, intorno al quale costruì una band che regalò al jazz pagine memorabili, completando in questo modo una contaminazione reciproca che era in corso da tempo".

Il brano viene composto quasi per caso. "Venivo da un tour di grandissimo successo, di cui avevamo registrato una serata sola ( quella di Milano, per risparmiare sul camion e sulla equipe tecnica). Le registrazioni erano inaspettatamente buone ( inaspettatamente, perché un live normalmente si costruisce registrando almeno una decina di spettacoli, e poi scegliendo il meglio)... Così la casa discografica si ritrovava in mano un album di qualità che costava pochissimo, praticamente quanto un giorno di studio più il mix. Il problema era che farne, e c'era il festival in fase di organizzazione. Ma il festival vuole pezzi nuovi, e cosi' scrissi il testo (inizialmente lunghissimo: ho dovuto fare amputazioni dolorose per stare nei tempi di una canzone) per questo brano di cui avevo scritto la musica precedentemente, e lo abbiamo presentato a Sanremo, e poi aggiunto a quelli pronti per il disco dal vivo ("Ne approfitto per fare un po' di musica"). Perché Garibaldi? La musica era decisamente latina, e quindi per il testo mi serviva una storia italiana che fosse anche fortemente latina. Pensaci e pensaci e pensaci, bum! Garibaldi. Ma non il Garibaldi dei libri di storia o dei monumenti: Garibaldi l'avventuriero, il pirata, il donnaiolo. Il Garibaldi che si fermo' in Sudamerica a fare una rivoluzione per amore... ".

Nel 1998 Caputo ha rivisitato 'Il Garibaldi innamorato' in "Serenadas", disco nel quale ha raccolto i suoi brani di ispirazione latina, intervenendo per "correggere" quelle che lui stesso definisce "sgrammaticature stilistiche e di sound caratteristiche delle versioni originali". Tra l'altro, come fa notare il cantante, "ci si può divertire a confrontare la nuova versione del 'Garibaldi' con un paio di brani di 'Supernatural' di Santana, uscito un anno dopo…".


Autore e interprete

Sergio Caputo
Nato a Roma nel 1954, Sergio Caputo debutta come cantautore al semileggendario Folk Studio alla fine degli anni ’70.
Dopo un minialbum passato sotto silenzio o quasi, e una ben avviata carriera di art director pubblicitario, nel 1983 incide il primo album, intitolato “Un sabato italiano”.
Il successo, favorito dalla segnalazione del programma televisivo “Mister Fantasy”, è immediato. Fino alla fine del decennio Caputo rappresenterà una delle punte più innovative della musica italiana, sollevando un po’ di polvere da edizioni del Festival di Sanremo particolarmente deprimenti (1987 - “Il Garibaldi innamorato”; 1989 - “Rifarsi una vita”; 1998 - “Flamingo”).
Negli anni ’90 il suo avvicinamento al jazz si fa sempre più marcato, anche se il genere “latino” (che pure Caputo non disdegna) suggerirebbe percorsi commercialmente più facili per l’autore di “Italiani mambo”. Ma alla passione non si comanda: attualmente Caputo vive a San Francisco dove con il suo quintetto suona la musica che più ama: il jazz.


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