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Tipitipiti: Storia della canzone

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"Forse canzoni come quella di Sanremo sono troppo facili, leggerine. Non va dimenticato comunque che io sono una cantante popolare. Sono un prodotto genuino, non adatto o adattabile a certe sofisticazioni. Non credo che potrei mai arrivare ad incidere, per esempio, 'L'arca di Noè'"


Tipitipiti

1970, Pace-Panzeri-Pilat, Ed. Sugarmusic/Warner C.


Nel 1970 la società italiana fa la sua conoscenza con il divorzio e le Brigate Rosse, che per la prima volta rivendicano un attentato.
Anche il mondo della musica cambia: i Beatles si sciolgono, ed è l'ultimo anno di vita per Janis Joplin e Jimi Hendrix.

Ma a Sanremo, tutto questo non sembra arrivare. Presentano la Ventesima edizione della kermesse Nuccio Costa, Ira Furstenberg ed Enrico Maria Salerno. Vincono Adriano Celentano e Claudia Mori con la famosa canzone antisciopero, 'Chi non lavora non fa l'amore'. Tra le canzoni che rimangono impresse, 'La spada nel cuore' (Little Tony e Patty Pravo), 'L'arca di Noè' (Sergio Endrigo e Iva Zanicchi), 'La prima cosa bella' (Nicola Di Bari e Ricchi e Poveri), 'Pà diglielo a mà', più che altro per il debutto accanto a Nada di Rosalino, ovvero Ron.
E poi, un valzer interpretato da Orietta Berti e Mario Tessuto, 'Tipitipiti'.

Scrive Dario Salvatori nel "Dizionario della canzone italiana" (elleu multimedia): "La canzone arriva al quinto posto in hitparade. Era stata cucita addosso alla Berti e a lei servì per preparare il terreno al tormentone che avrebbe caratterizzato l'imminente stagione estiva e tutta la sua carriera artistica: 'Fin che la barca va'".


La crisi di Tessuto

In anni recenti Mario Tessuto ha dichiarato che l'interpretazione di 'Tipitipiti' è stata un passo falso nella sua carriera, tale da vanificare lo strepitoso successo del 1969, 'Lisa dagli occhi blu'.
Già 'Nasino in su' aveva deluso le aspettative. "Non posso proprio dire di aver raggiunto il traguardo che mi ero prefissato. Va bene, forse ho sbagliato canzone. Ma è tutto qui e non è certo il caso di parlare di crisi per Mario Tessuto. Dopo aver venduto un milione di dischi non è facile ripetersi e così tutti stanno lì pronti a decretare la tua fine", commentò.

Il suo debutto a Sanremo fu indubbiamente caratterizzato da una certa apprensione. "In tre minuti ci si gioca tutto quanto. Ogni cantante cerca l'accoppiamento più funzionale. A me Orietta Berti va molto bene, benissimo. E' popolare, ma contemporaneamente ha un pubblico diverso dal mio, per cui non ci daremo alcun fastidio neppure per la vendita dei dischi… Io penso che la porta della vittoria è sempre aperta a tutti. Se viene, nessuno si offende, ma non credo sia indispensabile vincere per ottenere un bel successo. A me, personalmente, basterebbe entrare in finale, fare la mia figura e vedere qualche centinaio di migliaia di dischi…"

Probabilmente Tessuto fu affiancato alla Berti col duplice intento di conquistare al brano una fascia di pubblico più giovane (impresa disperata, visti la costruzione della canzone e soprattutto il testo) e di ingraziarsi, a sua volta, degli ascoltatori più maturi. La Berti dichiarò: "Credo di essere stata l'ultima a venire a sapere che la scelta definitiva era caduta su Mario Tessuto. Ad ogni buon conto non mi sembra un accoppiamento infelice: Tessuto ha avuto un bel successo quest'estate, e mi hanno detto che anche la sua interpretazione di 'Tipitipiti' è buona. Ma non credo che vinceremo. Non è una canzone fatta per vincere al Festival, anche se penso che piacerà alla gente". Nella stessa intervista rilasciata a "Bolero", la cantante si lasciò sfuggire: "Mi ha telefonato Claudio Villa, voleva a tutti i costi essere in coppia con me. Ha insistito tanto, ha detto che saremmo stata la coppia più bella del mondo. Ma al Festival c'era già la coppia più bella del mondo, quella di Celentano e sua moglie Claudia Mori. Meglio non essere belli in troppi".

Tessuto pagò la maggiore attenzione da parte degli autori nei confronti della lanciatissima Berti, personaggio molto più amato. Tanto per fare un esempio, Dario Salvatori ricorda che "il blu è il colore preferito della Berti che ha inciso 'Una bambola blu' e 'Mi vestirò di blu' -e anche in questo caso non manca un riferimento in tono: è blu, infatti, il biglietto dell'uomo dell'organino". Inoltre, i medesimi Mario Panzeri e Daniele Pace in quel periodo composero 'Osvaldo tango', omaggio al marito di Orietta, che diventò il lato B di 'Tipitipiti'. "Era tanto tempo che volevo incidere un tango, e dopo le iniziali risate abbiamo deciso che il titolo andava bene, però non è il mio Osvaldo: nel disco lui sembra un Don Giovanni mai visto…"


Orietta e le critiche

"E' già da prima di Canzonissima che avevo pronta Tipitipiti", afferma Orietta Berti in un'intervista concessa pochi giorni prima dell'inizio del Festival. Un brano quindi che risale perlomeno all'autunno del 1969. La canzone viene tuttavia incisa a Milano nel mese di febbraio (e con qualche difficoltà, visto un ostinato mal di gola della cantante), pochi giorni prima di portarla a Sanremo. Orietta, molto concentrata sui suoi progetti di sbarco in Francia (con le versioni francesi de 'L'altalena' e 'Una bambola blu') non sembra credere molto nel brano: "Non credo che vincerà. Non è una canzone che possa affermarsi ad un Festival. E' un motivo che può vendere molto, e forse è questa la cosa più importante, no?"

Probabilmente l'interprete di Cavriago comincia a soffrire le critiche di chi la ritiene campionessa di un genere leggero e tradizionale. Non a caso, qualche tempo dopo afferma: "E' logico che 'Tipitipiti' mi piaccia, dal momento che l'ho incisa e cantata al festival di Sanremo. Ma voglio essere sincera. Non è una canzone da fine del mondo, è un motivetto come ce ne sono tanti. Durante le mie serate è molto richiesta: questo significa che il pubblico l'accetta. Ed io credo molto al pubblico".
Il brano fu accusato anche di aver preso di peso perlomeno qualche assonanza con 'Tipitipitipso', cantata da Flo Sandon's e Claudio Villa nel 1957, e soprattutto con 'Ti-pi-tin' di Maria Grever, compositrice messicana allieva di Debussy, che negli anni '30 vide il suo pezzo portato al successo dalle Andrews Sisters, per poi essere ripreso da Benny Goodman, Lester Young e dal Trio Lescano in Italia.


Gli autori

Daniele Pace è stato uno degli autori di maggiore successo della canzone italiana. E' scomparso nel 1985, dopo aver firmato una quantità notevole di successi della canzone italiana, a partire da 'Nessuno mi può giudicare'(1966) fino a 'E la luna bussò'(1979). Oltre ad aver costituito un terzetto semileggendario di autori con Mario Panzeri e Lorenzo Pilat, ha ottenuto un discreto successo come solista con la canzone 'Che t'aggia fa'(1979), e un impressionante successo di vendite con il gruppo goliardico degli Squallor, formato insieme al discografico Alberto Cerruti, al paroliere Giancarlo Bigazzi e al musicista Totò Savio.

Mario Panzeri, uno dei più grandi autori della canzone italiana, ha firmato numerosi successi: solo per ricordarne alcuni, peraltro molto diversi tra loro, si possono citare 'Maramao perché sei morto', 'Pippo non lo sa', 'Non ho l'età', 'Nessuno mi può giudicare' e 'Aveva un bavero'.

Lorenzo Pilat, nasce come cantautore e partecipa in queste veste nel 1964 al Festivalbar e nel 1975 al Festival di Sanremo con il nome d'arte di Pilade. Ma è come autore che raccoglie i maggiori successi insieme a Panzeri e a Pace. Tra i più grandi successi ricordiamo Si, Uno Tranquillo e Alle porte del sole.


Interpreti

Orietta Berti il cui vero nome è Orietta Galimberti è nata a Cavriago (Re) nel 1945. I primi passi nel mondo della musica li compie interpretando 'le canzoni di Suor Sorriso', nel 1964. Il successo lo raggiunge nel 1965, con il brano 'Tu sei quello' vincendo il concorso Un disco per l'estate Partecipa a unidici edizioni di Sanremo e a dieci edizioni del disco per l'estate. Tra i suoi maggiori successi: Fin che barca va, Non illuderti mai, Io tu e le rose, Ah l'amore che cos'è, La balena.

Mario Tessuto si chiama in realtà Mario Bongiovanni ed è nato a Pignataro, in provincia di Caserta il 7 settembre 1945, figlio di una coppia di operai che emigrati a Milano. Qui Mario studia fino alla quarta ragioneria poi si mette a lavorare in un laboratorio di oreficeria, coltivando nel frattempo la passione per il canto. Entra per un breve periodo nell'orbita del Clan di Celentano. Nel 1967 partecipa, grazie alla Cgd, al Cantagiro con 'Teen agers concerto' e nel '68 con 'Ho scritto fine'.
Nello stesso anno, si fa notare a "Settevoci", la popolare trasmissione televisiva condotta da Pippo Baudo. A questo punto, la casa discografica si decide a puntare sul giovane cantante e gli affida 'Lisa dagli occhi blu', la sua canzone più famosa.


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