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Adoro escuchar y traducir canciones italianas, y gracias a que soy bilingüe puedo hacerlo personalmente, sin traductores automáticos y manteniéndome fiel al significado original del texto italiano. He creado este blog para poder compartir esta música tan maravillosa con todos vosotros... ¡Sed bienvenidos!
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Amo ascoltare e tradurre delle canzoni italiane, e dato che sono bilingue, posso farlo personalmente, senza traduttori automatici e rimanendo fedele al significato originale del testo italiano. Ho creato questo blog per poter condividere questa musica così meravigliosa con tutti voi... Siate benvenuti!
* "Kara Hidden" non è il mio vero nome, ma soltanto uno pseudonimo.

I love listening and translating italian songs, and because of I'm bilingual, it's something I can do personally, without automatic translators and keeping the original meaning of the italian text. I have created this blog to share this so wonderful music with all you... Be welcome!
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Azzurro: Storia della canzone

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“Il giorno in cui Celentano registrò ‘Azzurro’, portai a casa una copia del provino. Era tardi, ma mia madre era ancora alzata. Andammo tutti e due in cucina e accesi il magnetofono. Mia madre si mise a piangere. Mi domando ancora adesso quanto ci fosse, in quelle lacrime, di passato o di futuro” (Paolo Conte)


Azzurro

1968, V.Pallavicini-P.Conte, Ed. Clan


Guardando le classifiche di vendita dell’estate ’68, difficilimente si potrebbe presagire l’avvicinarsi del cosiddetto “autunno caldo”.

Tre canzoni in particolare rimbalzano da una spiaggia all’altra. Due contengono gli ingredienti più tipici della canzone balneare: “Luglio” (Riccardo Del Turco) e “Ho scritto t’amo sulla sabbia” (Franco I e Franco IV). La terza, invece, contiene qualcosa di diverso. “Azzurro” è un brano che parla d’estate, ma non al mare: in città, dove si aggira un uomo che vorrebbe evadere – e forse non solo dal suo giardino - ma è frustrato da desideri e pensieri che “vanno all’incontrario”.

A cantare il brano, con voce volutamente sottotono, è Adriano Celentano, che non presenta la canzone al Disco per l’Estate, né al Cantagiro. In effetti, per tutta l’estate il “Molleggiato” è pressoché invisibile, impegnato com’è nelle riprese di “Serafino” di Pietro Germi. Nonostante la mancanza di promozione, il 15 giugno 1968 il disco entra in classifica: per tutta l’estate rimarrà nelle prime dieci posizioni. Persino Celentano pare stupito dal successo, e commenta: “Ogni tanto è bene scomparire per qualche tempo. Che la gente non mi ha dimenticato lo vedo dal successo del mio disco: ‘Azzurro’ ha già raggiunto il milione di copie e sta aumentando continuamente”. E’ la verità: a settembre, mentre le altre canzoni scivolano verso il basso, “Azzurro” sale al n.1 della hit-parade: abbandonerà la vetta solo il 5 ottobre – ma uscirà dalla topo ten solo il 16 novembre. Quel giorno, tra l’altro, gli autori Conte e Pallavicini saranno nuovamente in classifica grazie a “Insieme a te non ci sto più”, cantata da Caterina Caselli.

Negli anni, “Azzurro” è diventata, oltre che il cavallo da battaglia di Celentano, uno degli “evergreen” della canzone italiana. E’ stata interpretata da moltissimi artisti, da Mina al jazzista Giorgio Gaslini, da Gianni Morandi a Tonino Carotone, da Fiorello agli Skiantos – ma il suo autore Paolo Conte ha sempre avuto una certa ritrosia nel cantarla di persona. Solo nel 1985, con oltre dieci anni di carriera solista alle spalle, l’avvocato di Asti inserisce il brano in un suo disco (“Concerti”, 1985): è una versione dal vivo e piuttosto abbozzata. Probabilmente Conte ritiene che la voce adatta a cantare quel brano sia proprio quella di Celentano, e che sia difficile trovare un arrangiamento migliore di quello di Nando De Luca (ex batterista di Luigi Tenco, al fianco di Celentano anche per “Una carezza in un pugno”, “Storia d’amore”). Solo nel 1998 Conte inciderà una versione in studio di “Azzurro”, scegliendo ancora una volta un arrangiamento pianistico ed essenziale.


Il video

Nel 1969 durante lo speciale televisivo “Stasera Adriano Celentano” il cantante propone “Azzurro” con una coreografia che colpisce la fantasia di molti spettatori.
Grazie alla sua originalità, lo spezzone viene spesso riproposto dalla Rai e dalle tv private negli anni successivi, diventando una sorta di “videoclip” ante-litteram, buon esempio del modo di fare televisione “straniante” che Celentano ha conservato nel tempo. In uno studio televisivo enorme e vuoto, diverso da quelli pacchianamente “pieni”, carichi di luci e dettagli, cui la moderna tv ci ha abituati, Adriano si ritrova a guidare un “trenino” formato da una ventina di ballerini. Questi mimano il “treno dei desideri, dei miei pensieri” in un modo che vorrebbe essere scanzonato – ma il contrasto tra i loro gesti e volti sorridenti e la faccia dolente di Celentano rende la canzone ancora più malinconica. Cromaticamente suggestivo, specie pensando al tema (e al titolo) della canzone anche il trionfo di grigio dovuto alla tv in bianco e nero – ma naturalmente, in questo caso non possiamo parlare di effetto studiato: probabilmente lo Studio era proprio azzurro, e la (improponibile) camicia di Celentano era rossa, gialla e marrone.


Paolo Conte

“Quando uscì 'Azzurro' ci fu una levata di scudi perché andava controcorrente rispetto ai ritmi dell’epoca”, sostiene Paolo Conte. “Sogghignarono in molti, ma io me ne infischiavo perché avevo applicato a quella canzone degli echi poetici che fanno parte della nostra sensibilità. Fui capito dal pubblico: ‘Azzurro’ ebbe un grande successo. Tutte le mie canzoni nascono con questo spirito: scrivere una musica fuori moda, un po’ segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità (…)

“‘Azzurro’, una delle mie prime canzoni, era piuttosto stramba: una marcetta. Nessuno scriveva marcette. Io lo feci per ragioni poetiche. Secondo me la marcetta è radicata nel profondo del nostro cuore. Al di là delle mode”. In effetti, qualche mese prima Paolo Conte aveva appena ottenuto il suo primo successo con un altro genere demodé: il valzer de “La coppia più bella del mondo” – interpretata sempre da Adriano Celentano, uno dei suoi cantanti preferiti.

“Le possibilità che avevo come autore erano ridotte, perché non volevo scrivere né una cosa qualsiasi né per una persona qualsiasi, ero molto filoamericano.
I cantanti italiani non mi piacevano, con quelle voci sdolcinate, artificiose. In generale, non amo quei cantanti che non cantano con la loro voce, con la voce che usano nella vita. Quelli che cantano così sono rari e sono questi che mi interessano. Allora c’erano Celentano, Patty Pravo, Caterina Caselli, Ornella Vanoni, Jannacci. Ancora oggi essi mi interessano per la loro capacità di cantare come esseri umani, con una pronuncia credibile dell’italiano. La lingua italiana, tanto bella, tanto ricca, tanto poetica, è anche tanto difficile dal punto di vista ritmico. Il pregio di Celentano è quello di essere capace di rendere immediatamente intelligibile un testo cantandolo, fosse anche l’elenco del telefono. Non è una questione di teatralità ma un modo umano, perfino banale, di interpretare una canzone. E’ completamente naturale, ma non si perde una sillaba, si capisce tutto”.


Gli autori

Vito Pallavicini, paroliere, ha firmato, tra le altre, “Mille bolle blu” (Mina), “Io che non vivo” (Pino Donaggio), “Nel sole” (Al Bano). La sua breve collaborazione con Paolo Conte ha fruttato oltre ad “Azzurro” anche “Insieme a te non ci sto più” (Caterina Caselli) e “Tripoli 1969” (Patty Pravo).

L’astigiano Paolo Conte, uno dei massimi artisti della canzone italiana, ha iniziato la carriera alternando la professione di avvocato a quella di autore di musiche per brani salutati da un notevole successo (“La coppia più bella del mondo”, “Azzurro”, “Genova per noi”, “Onda su onda”). A partire dalla metà degli anni ’70 si decide a diventare a tutti gli effetti cantautore. Gli anni ’80 sono quelli della consacrazione europea: il suo stile che fonde swing, esotiche milonghe e “fisarmoniche di Stradella” conquista Francia e Olanda; nel 1998 anche l’America si accorge di lui: “Rolling Stone” e il “New Yorker” inseriscono la sua raccolta “The best” tra i 50 dischi dell’anno, il regista Lawrence Kasdan imita Roberto Benigni (che lo aveva fatto in “Tu mi turbi”) ed inserisce “Via con me” nel suo film “French kiss” con Meg Ryan e Kevin Kline. Nel frattempo Conte dirada le sue uscite discografiche per dedicarsi al progetto del musical “Razmataz”.


Gli interpreti

Adriano Celentano

Nato a Milano il 6 gennaio 1938. Compie i primi passi nel mondo dello spettacolo imitando Jerry Lewis. Esordisce come cantante nel 1957 accompagnato Rock boys al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Tra i brani più famosi: Ventiquattromila baci (presentato a Sanremo nel 1961), Il tuo bacio è come un rock, Pregherò, Il ragazzo della Via Gluck, Chi non lavora non fa l'amore (cantata con Claudia Mori e vincitrice del Festival di Sanremo del 1970), Svalutation.
Nel 1961 fonda il Clan Celentano e nel 1962 il Clan debutta con Stai lontana da me. Adriano Celentano è inoltre protagonista di pellicole di successo come Serafino, Rugantino, Geppo il folle, Yuppi du . A partire da "Fantastico" (1987) diviene uno dei più seguiti e discussi conduttori televisivi d'Italia, come hanno dimostrato i recenti "Francamente me ne infischio" (2000) e ultimo lo spettacolo "125 milioni di caz..te" che lo vede anche in veste di regista.


Altri interpreti:
Paolo Conte
Al Bano
Fiorello
Giorgio Gaslini
Milk and Coffee
Mina
Mino Reitano
Ricchi e Poveri
Skiantos
Tonino Carotone
Folkabbestia


Fonte: Link

1 COMENTARIOS:

daniela w. dijo...

Ciao ! Ho trovato questo blog cercando delle informazioni sulle canzoni di Celentano e devo dire che é veramente simpatico, completo e interessante. Grazie mille ! Tornero' per di qui, sicuro ! buona continuazione
daniela

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